Gli insegnanti del nostro Centro Yoga in quanto affiliati alla Federazione Italiana Yoga ed iscritti all’Albo Professionale della FIY possono usufruire del PROTOCOLLO D’INTESA, recentemente rinnovato, stipulato fra la Federazione Italiana Yoga ed il Ministero dell’Istruzione. dell’Università e della Ricerca.

 

 

Gianni Bertozzi insegnante del nostro centro yoga, nella primavera 2005 ha concluso il percorso formativo del MASTER IN OPERATORE YOGA PER LA SCUOLA conseguendo il diploma con l’Istituto YOGA EDUCATIONAL.

L’Istituto Educational è patrocinato da:

  • Federazione Italiana Yoga
  • Comune di Bologna
  • Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna
  • UNICEF

ed organizza corsi di specializzazione per l’insegnamento dello Yoga nella scuola.
I docenti di questo MASTER IN OPERATORE YOGA PER LA SCUOLA sono i maggiori esponenti fra i Docenti Universitari ed esperti nel campo della Pedagogia e delle Scienze della Formazione, della Psicologia della Comunicazione, insieme ad esperti dell’insegnamento dello Yoga ai bambini e ragazzi.
Fra questi anche il preside della facoltà di Scienze della Formazione prof. Franco Frabboni dell’Università ‘Alma Mater’ di Bologna, e la Vice Preside prof. Liliana Dozza

Per gentile concessione della F.I.Y. riportiamo di seguito:
Il resoconto dell’intervento del Prof. Franco Frabboni al convegno della F.I.Y. che nel 2004 celebrò il trentennale a Viareggio.

L’articolo di Antonietta Rozzi che compare sul sito WEB della F.I.Y. http://yogaitalia.org alla pagina SCUOLA E UNIVERSITA’.

Dalla rivista “YOGA” organo ufficiale della Federazione Italiana Yoga CREARE L’EDUCAZIONE
L’intervento di Franco Frabboni e le prospettive per lo Yoga nella scuola a cura di Doralice Lucchina.
Porto a questo Trentennale della Federazione Italiana Yoga l'adesione piena della mia Facoltà di Scienza della Formazione dell'Università di Bologna e anche di quella dell'Alto Adige con la quale collaboriamo in maniera organica. Siamo intenzionati a far sì che questa dimensione, che può diventare professionale, sia acquisita dai futuri insegnanti della scuola , dell'infanzia e della scuola primaria.
Vi è infatti uno strettissimo rapporto fra Yoga e Pedagogia, perché lo Yoga è una scienza dell'educazione, una scienza esistenziale. Vorrei sviluppare alcuni concetti. Il primo è la tesi che oggi l'educazione a livello planetario sia una delle emergenze. Il secondo è che in Europa, passaggio obbligato quando si parla di queste tematiche, si parla di un investimento sui temi dell'educazione e della formazione che implica risorse sociali, umane, culturali. L'educazione, che va al di là dell'alfabetizzazione, riguarda la formazione integrale della persona in tutte le sue dimensioni di vita affettiva, motoria, cognitiva, estetica, etica.
Nel paesi ricchi assistiamo oggi a un'emergenza educazione, si tratta del cosiddetto neo analfabetismo, l'incapacità a conservare e a poter aprire un discorso di manutenzione delle conoscenze, nella prospettiva di una educazione e formazione permanenti per tutta la vita. Vi sono ricerche europee, prodotte da agenzie assolutamente affidabili, che hanno messo in evidenza come una quota crescente di giovani, si arriva fino al 35% in Francia, dopo sei sette anni dall'uscita dalla scuola secondaria, soffrano di una sorta di analfabetismo di ritorno, definito illitteratismo, cioè perdita delle conoscenze acquisite durante l'ultima parte del percorso scolastico e anche una perdita di alcune delle padronanze conoscitive di base.
E poi c'è questa onda lunga del soggetto massa che sta diffondendosi sempre più in maniera invasiva, trainato dai media e dalla società dell'informazione in generale. Ma l'informazione non è ancora conoscenza. La conoscenza si basa infatti su un piano di interiorizzazione ed elaborazione dell'informazione. La pedagogia oggi è quindi fortemente impegnata nella difesa della soggettività, della singolarità della persona, una persona dalla mente plurale, non influenzata dalla competitività e dal qualunquismo, un soggetto in grado di controllare e elaborare le conoscenze per decidere su quali costruire il proprio sistema concettuale in piena libertà. L Europa dà alcune indicazioni affinché al termine dei percorsi secondari non vi sia questa evaporazione delle conoscenze acquisite. Un aspetto che dovremmo prendere in considerazione è che il gioco entri come categoria simbolica dell'educazione. E lo Yoga ha tutti i requisiti tipici di un apprendere giocando. Oggi il gioco non ha una centralità educativa, formativa e, se c'è, spesso è competitivo e la competitività non permette a coloro che hanno alcuni ritardi di poter recuperare, ma anzi li divide definitivamente da chi ha invece accumulato maggiori competenze.
Lo Yoga è un possibile motore a livello formativo e può portare un contributo fondamentale nella scuola per far sì che la scuola conceda più spazio alla categoria della creatività, perché la creatività significa anche rottura dagli schemi, significa processo, anziché prodotto. La capacità di porre anche domande scomode, rovesciate (Rodari le poneva con la testa all'ingiù), credo sia molto importante. La creatività non è solo essere artisti, la creatività è anche un modo di pensare.
Lo Yoga può tentare una strategia per entrare nelle università che, nella loro autonoma costruzione delle proprie didattiche, possono promuovere laboratori di Yoga, importanti per la formazione dei futuri docenti scolastici. Lo Yoga, essendo una proposta strutturata, è infatti in grado di interessare moltissimo i futuri insegnanti della scuola materna ed elementare che possono sensibilizzarsi su questo versante del 1udico e, nello stesso tempo, acquisire una pratica che non è solo di tipo pedagogico, ma anche di tipo esistenziale.
Credo che mente, cuore e corpo, che sono tre dimensioni fondamentali della persona, debbano essere un tutt'uno. E la pedagogia yoga prende in considerazione questi tre elementi, che sono in divenire essi stessi.
La mente non è una categoria che possiamo definire una volta per tutte e così pure il cuore e la corporeità. Per concludere, metterei una sorta di medaglia d'oro di natura pedagogica sul petto dello Yoga, come una laurea honoris causa, perché credo che questa dimensione culturale, esistenziale, cognitiva, relazionale, possa fornire alle nuove generazioni la possibilità di decidere autonomamente come diventare donne e uomini di domani.

YOGA NELLA SCUOLA VINCE LA QUALITA' FIY
Articolo di Antonietta Rozzi

Un nuovo Protocollo d’Intesa fra Ministero dell’Istruzione e Federazione Italiana Yoga è stato firmato il 30 luglio 2003 dal Presidente della FIY, Eros Selvanizza, e dal Direttore Generale per lo status dello studente, per le politiche giovanili e per le attività motorie, Mariolina Moioli. Si tratta di un accordo che segna un grande successo della FIY a livello pubblico e sigla un nuovo passo in avanti nell’introduzione dello Yoga in tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado.
La grande novità rispetto al primo Protocollo, firmato da Ministero e Federazione Italiana Yoga nel 2000, è racchiusa in una clausola che riconosce esplicitamente l’ Unione Europea di Yoga come referente diretto della FIY a livello comunitario e garante della qualità della formazione degli insegnanti federali che verranno chiamati a operare nelle scuole italiane.
In ambiente UEY il nuovo Protocollo è stato perciò accolto con grande soddisfazione: si tratta del primo documento ufficiale, sottoscritto da una federazione nazionale con un governo centrale, in cui l’Unione Europea di Yoga viene esplicitamente menzionata. Molte federazioni estere riconoscono oggi come l’esempio italiano possa servire da modello per una forma di riconoscimento ufficiale della UEY a livello di Europa politica. Sul piano nazionale il nostro sforzo operato fin dal 2000 per darci regole chiare e rigorose riguardo l’ammissione all’Albo e quindi per l’abilitazione all’insegnamento nella scuola, è stato riconosciuto con maggior forza dal Ministero dell’Istruzione, recepito nel nuovo Protocollo e sottolineato a chiare lettere (articolo 1, comma 3). Il percorso formativo quadriennale degli insegnanti, le possibilità di aggiornamento continuo che la Federazione offre agli insegnanti stessi, la serietà di fondo che sostiene tutto il nostro impegno a livello di divulgazione di uno Yoga altamente qualitativo sono stati decisivi nel convincere i funzionari del Ministero sulla nostra affidabilità come interlocutori. La collaborazione con l’università, avviata dalla FIY attraverso il patrocinio dei Master in Educatore Yoga per la scuola (sedi di Bologna e Padova) è stata altresì di fondamentale importanza. Non a caso la Federazione Italiana Yoga sta valutando l’opportunità di estendere l’ufficialità della propria presenza anche a livello universitario. Alla Facoltà di Scienza della Formazione dell’Università di Bologna, in particolare, grazie all’interessamento del Preside, Prof. Franco Frabboni, si stanno vagliando iniziative per istituire un laboratorio di Yoga e offrire quindi la nostra disciplina come materia in grado di conferire crediti formativi ai futuri educatori. Si tratta di una occasione storica che segna un’inversione di tendenza altamente significativa: finora è stato il mondo dello Yoga che ha coinvolto i docenti universitari all’interno dei corsi di formazione per insegnanti di Yoga; ora sono gli atenei che provano a coinvolgere gli insegnanti di Yoga all’interno dei corsi universitari. Del resto la sensibilità degli ambienti ufficiali nei confronti dello Yoga è in crescita: durante i diversi incontri avuti al Ministero dell’Istruzione ho colto un marcato interesse verso l’utilità che può avere lo Yoga nella scuola sia come supporto al processo di apprendimento, sia come aiuto nel percorso formativo dello studente: secondo le visioni più evolute della pedagogia, infatti, non si tratta solo di favorire nel giovane l’acquisizione del sapere, certo importante, ma di inquadrare la scuola in un’ottica di formazione globale della persona che tenda all’integrazione armoniosa nella società degli adulti di domani.

Lo Yoga quindi è stato valutato dal Ministero come un valido coadiuvante educativo e sociale, come una disciplina particolarmente adatta alla realtà attuale, capace di aiutare i giovani a costruirsi una personalità più equilibrata, serena, un complesso di tecniche in grado di ridurre stress e aggressività fornendo agli studenti metodi specifici per combattere la scarsa capacità di concentrazione e aumentare l’attitudine alla convivenza pacifica in classe.
La firma di questo nuovo Protocollo vincola la Federazione alla coerenza verso i suoi impegni di formazione qualitativa, e si tradurrà nell’offerta di nuove possibilità di approfondimento in questo campo: incontri, seminari di perfezionamento, approfondimenti. Alcuni elementi di insegnamento dello Yoga nella scuola potranno essere inseriti all’interno degli ISFIY, le nostre scuole di formazione quadriennali, ma è chiaro che insegnare Yoga in ambito scolastico richiede conoscenze specifiche e articolate che non possono essere oggetto di un corso di formazione generale. La scuola è un ambiente particolare, cui ci si deve avvicinare con metodiche appropriate, adattando il senso della proposta di Yoga alla situazione concreta. Dalla panoramica di esperienze ascoltate durante le lezioni dei Master di Bologna e Padova, si evince che il rapporto fra Yoga e scuola è felicissimo, anche se talvolta possono nascere piccole resistenze che derivano dalla scarsa conoscenza dello Yoga da parte delle autorità scolastiche e dei genitori. Si tratta comunque di situazioni sempre facilmente superabili. A fronte di ciò, sta la mole di risultati positivi, che lo Yoga, portato fra i banchi di scuola, può regalare, effetti straordinari se paragonati alle poche ore di pratica che si svolgono normalmente a scuola: se ne accorgono i genitori che vedono le agitazioni dei propri figli calmarsi, vedono aumentare in loro il controllo e la serenità, vedono bambini che hanno vinto problemi e paure grazie alla pratica dello Yoga. E se ne accorgono anche gli insegnanti che possono valutare l’impatto positivo dello Yoga nel processo di apprendimento degli allievi. I racconti degli insegnanti di Yoga italiani e stranieri che si sono avvicendati nei Master hanno confermato un dato che già avevo avuto modo di verificare personalmente: la richiesta prevalente degli studenti, dalle elementari ai ragazzi delle superiori, è sempre quella di apprendere tecniche di rilassamento in grado di bilanciare lo stress che ormai investe tutti e non risparmia nemmeno i bimbi delle scuole materne. Certo gli studenti apprezzano anche la pratica delle posizioni, le tecniche di gestione del respiro. E il movimento rimane comunque fondamentale se ci si trova a insegnare ai bimbi piccoli, cui lo Yoga può essere proposto in forma di gioco dinamico, magari collettivo. Un dato significativo, infine, proviene dall’insegnamento dello Yoga ai ragazzi più grandi, quelli cioè che hanno superato la fase dell’adolescenza, e riguarda il loro interesse per gli aspetti mentali della pratica yoga. Ora che il nuovo accordo fra FIY e Ministero è stato siglato, si tratta di passare all’azione sul campo, mettendo a disposizione delle scuole italiane il patrimonio umano e tecnico che i nostri insegnanti possono offrire. Con il doveroso senso di responsabilità che impone l’impegno a scuola, ma altresì con fiducia e serenità: se l’insegnante di Yoga si mostrerà aperto e disponibile le lezioni fluiranno tranquillamente e bambini e ragazzi si riveleranno una fonte d’ispirazione ricchissima diventando essi stessi i veri insegnanti.